martedì 29 maggio 2012
PROFUMO VUOLE PREMIARE IL MERITO. NEL MODO GIUSTO?
In
un commento sul
“Corriere della Sera” di domenica, Andrea Ichino esprime una
valutazione critica sul recentissimo annuncio del ministro Profumo di
voler premiare gli studenti migliori. La vera urgenza, sostiene, è
quella di premiare i migliori, sì, ma fra i docenti: "...La
sperimentazione ministeriale “Valorizza”, nel passato anno
scolastico, aveva disegnato un modo per identificare e premiare gli
insegnanti migliori basato sulla loro reputazione all’interno di
una scuola, misurata in termini di giudizi positivi dei colleghi,
delle famiglie e degli studenti. [Continua a leggere]. (SC)
giovedì 24 maggio 2012
IL DISAGIO DELL'INCIVILTÀ
Che
il congresso della Società Psicoanalitica Italiana sia dedicato al
rapporto tra “Realtà psichica e regole sociali” è una buona
notizia. Si può sperare che l'autorevolezza del consesso
contribuisca a rimuovere un altro po' delle ingombranti macerie
ideologiche che il persistere delle teorie “antiautoritarie”, senza il necessario recupero del principio di realtà, hanno
lasciato su tutti i terreni: familiare, scolastico, sociale. “Un
secolo fa – dice Sandro Bolognini, presidente della società – le
regole erano molto rigide e il lavoro degli analisti tendeva a
liberare gli individui da imperativi interni troppo opprimenti. Oggi
c'è una patologia diffusa della perdita di ogni limite, tanto che
qualcuno dovrebbe scrivere Il
disagio dell'inciviltà”.
Leggi
mercoledì 23 maggio 2012
RILANCIAMO L'INIZIATIVA SULLA REGOLARITÀ DEGLI ESAMI
Rembado (Anp): "La scuola è luogo di valori civili condivisi, oppure viene meno alla sua funzione".
Un anno fa 558 docenti e dirigenti delle scuole italiane sottoscrissero una dichiarazione che così si concludeva:
"Noi sottoscritti commissari e presidenti di
commissione dichiariamo pubblicamente che ci impegneremo per far
sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto
della legalità, dell’equità e dell’imparzialità, a tutela
del prestigio della scuola italiana, di coloro che vi operano con
ammirevole impegno e dei tanti studenti che si preparano con serietà
a questa importante prova".
Questa pubblica assunzione di responsabilità riuscì a porre all'ordine del giorno il problema della regolarità degli esami, cioè ancora una volta del rispetto delle leggi, dell'etica pubblica e dell'educazione dei giovani a questi valori. Un contributo importante lo dette anche la contemporanea pubblicazione di Ragazzi si copia di Marcello Dei, che dimostrava una diffusa sottovalutazione morale del copiare e del far copiare.
Certamente la sensibilità in proposito è molto aumentata, ma modificare in profondità un costume radicato richiede tempo e perseveranza. Soprattutto non ci pare adeguata la consapevolezza in proposito del Ministero dell'Istruzione.
Per questo abbiamo pensato di tornare sull'argomento e di riprendere l'iniziativa in due modi:
- invitando questi ultimi e tutti quelli che volessero farlo (anche chi non lavora nella scuola) a inviare brevi messaggi al ministro Profumo (segreteria.particolare.ministro@istruzione.it) e per conoscenza ai sottosegretari Elena Ugolini (segreteria.ugolini@istruzione.it) e Marco Rossi Doria (segreteria.rossidoria@istruzione.it).
Ecco un esempio puramente indicativo di mail al ministro, che potrà essere integrato, rielaborato o sostituito a piacere:
Gentile Ministro, Le chiedo di garantire la regolarità dei prossimi esami di Stato, dando disposizioni per una vigilanza veramente rigorosa e mettendo in atto tutte le iniziative normative e tecniche utili a far sì che vengano premiati il merito e l'impegno invece della furbizia e della slealtà.
Una volta inviata la mail, vi preghiamo di inoltrarla anche a noi (gruppodifirenze@libero.it), per consentirci di avere un'idea del numero di messaggi spedito al Ministro. Vi invitimo inoltre a diffondere l'iniziativa.
Tra le lettere che fin qui ci sono state segnalate c'è anche quella del presidente della Associazione Nazionale Presidi (Anp), Giorgio Rembado. E' un contributo importante e molto sentito, che vale la pena di leggere.
lunedì 21 maggio 2012
DIDATTICA E NUOVE TECNOLOGIE. INTERVISTA A GIORGIO ISRAEL
Giorgio Israel torna sul tema delle tecnologie informatiche mettendo in guardia sulla loro acritica esaltazione. Guarda il video.
[Segnalato da Rossana Cetta]
[Segnalato da Rossana Cetta]
domenica 6 maggio 2012
LA SCUOLA HA BISOGNO DI LEADER, MA...
Nella pagina delle opinioni sul “Corriere della Sera” del 5 maggio è stato pubblicato un interessante intervento di Attilio Oliva dell'associazione TreeLLLe: Ma anche la scuola ha bisogno di leader, in cui tra le ragioni della crisi della scuola italiana viene indicata la mancanza di leadership sia tra i dirigenti che tra i docenti. Per quanto concerne i dirigenti l'analisi è senz’altro corretta: carenza di formazione e di selezione rispetto alle capacità di governo della complessità della scuola, più sul piano della didattica che su quello della gestione amministrativa.
Riguardo alla figura del docente si insiste invece – previa definizione di un preciso profilo professionale – su una politica di premi ai migliori, attraverso le valutazioni della “comunità scolastica” (dirigente, colleghi, famiglie e studenti). Al solito si tace sul “demerito” (o in quale altro modo si voglia chiamare un livello troppo basso rispetto alla competenza o alla serietà professionale), come se il merito di tutti quelli che non demeritano non fosse altrettanto e più importante - per la qualità media della scuola - di quello dei docenti più bravi . Con la conseguenza di avere non la leadership distribuita, come viene definita da Oliva, ma una comunità di docenti divisa tra eccellenti da una parte e tutti i rimanenti dall’altra. Così il buon insegnante che fa il suo dovere si troverebbe a essere trattato come l’eventuale collega assenteista o incapace.
Inoltre, ai valutatori indicati da Oliva andrebbe quanto meno aggiunto qualche membro esterno (almeno un ispettore e un ex insegnante di notoria integrità), per prevenire la sempre possibile “cucina interna” delle valutazioni.
Infine, la leadership professionale veramente indispensabile all’autonomia scolastica dovrebbe essere costituita sì da bravi insegnanti, ma scelti per mettere a disposizione della scuola ulteriori talenti e competenze oltre alla capacità didattica, una sorta di "ministri" del governo scolastico: per l’aggiornamento, l’affiancamento dei nuovi colleghi, la progettazione di corsi, i sussidi didattici, e via dicendo. Naturalmente con procedure selettive più serie e incentivi più consistenti di quanto accada oggi per le cosiddette “funzioni strumentali”. (SC)
Riguardo alla figura del docente si insiste invece – previa definizione di un preciso profilo professionale – su una politica di premi ai migliori, attraverso le valutazioni della “comunità scolastica” (dirigente, colleghi, famiglie e studenti). Al solito si tace sul “demerito” (o in quale altro modo si voglia chiamare un livello troppo basso rispetto alla competenza o alla serietà professionale), come se il merito di tutti quelli che non demeritano non fosse altrettanto e più importante - per la qualità media della scuola - di quello dei docenti più bravi . Con la conseguenza di avere non la leadership distribuita, come viene definita da Oliva, ma una comunità di docenti divisa tra eccellenti da una parte e tutti i rimanenti dall’altra. Così il buon insegnante che fa il suo dovere si troverebbe a essere trattato come l’eventuale collega assenteista o incapace.
Inoltre, ai valutatori indicati da Oliva andrebbe quanto meno aggiunto qualche membro esterno (almeno un ispettore e un ex insegnante di notoria integrità), per prevenire la sempre possibile “cucina interna” delle valutazioni.
Infine, la leadership professionale veramente indispensabile all’autonomia scolastica dovrebbe essere costituita sì da bravi insegnanti, ma scelti per mettere a disposizione della scuola ulteriori talenti e competenze oltre alla capacità didattica, una sorta di "ministri" del governo scolastico: per l’aggiornamento, l’affiancamento dei nuovi colleghi, la progettazione di corsi, i sussidi didattici, e via dicendo. Naturalmente con procedure selettive più serie e incentivi più consistenti di quanto accada oggi per le cosiddette “funzioni strumentali”. (SC)
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